venerdì 14 novembre 2008

Il gioco nella storia: Platone


Nell'ultimo post ho spiegato l'importanza del gioco come attività educativa. Ho pensato quindi che fosse il caso di spendere qualche riga per parlare di colui che per primo vide il gioco sotto un ottica differente rispetto a tutti gli altri.

I bambini greci giocavano all'interno della famiglia; le bambine con le bambole, mentre i maschietti si dedicavano in modo particolare alle attività sportive come la palla, il cerchio, l'arco, la corsa, la lotta o il tiro alla fune.
Tuttavia nei tempi antichi il gioco era visto come una perdita di tempo, un difetto infantile da reprimere. Era un'attività tenuta ai margini della vita sociale a cui veniva data poca importanza così come al bambino stesso che fino ai sette anni veniva considerato una figura marginale.

In questo periodo però emerse anche il pensiero di Platone. Il filosofo greco fu il primo ad evidenziare l'importanza del gioco all'interno della vita del bambino. Platone riteneva che il gioco fosse utilissimo per il bambino; in modo particolare le attività svolte in gruppo e che privileggiavano il movimento fisico. Insieme ad Aristotele, altro grande filosofo greco, era convinto che il bimbo mentre giocava esercitava e accresceva le capacità intelletive, il lessico, la socializzazione e l'emotività. Affermò anche che il gioco è talmente importante da essere considerato come il lavoro del bambino.


"Puoi scoprire di più riguardo a una persona in un'ora di gioco che in un anno di conversazione." (Platone)

venerdì 7 novembre 2008

L'importanza del gioco

Se si chiede alla gente cosa fanno i bambini al nido di sicuro la risposta sarà "giocano!".
E proprio con questa attività apparentemente inutile i bimbi sviluppano non solo le loro attività fisiche ma anche l'immaginazione, l'intelligenza, l'affettività e la socialità. Durante il gioco vengono apprese infinite nozioni ed è il modo migliore che il bambino ha per esprimersi. Questo avviene poichè il gioco è espressione libera, piacevole e spontanea della vita del bambino.
Se si cerca nel dizionario o in internet la parola "gioco", la definizione che risulta sarà:
"ogni attività che abbia per scopo la ricreazione o lo svago (nei bambini è spontanea e, secondo il riconoscimento della moderna pedagogia, costituisce una forma di esperienza seria e indispensabile per la costruzione della loro personalità)". Oppure:
"un'attività che può possedere una funzione ricreativa, una educativa, una biologica e sociale; coinvolge una o più persone (i giocatori) ed è basata su:
-un obiettivo che i/il giocatore/i devono cercare di raggiungere (che può anche essere diverso per ciascun giocatore) nell'ambito dell'attività del gioco.
-un insieme di regole, che determinano ciò che i giocatori possono e non possono fare durante l'attività ludica; intraprendere un'azione al di fuori delle stesse costituisce generalmente un errore o fallo (e se quest'ultimo è intenzionale significa barare). "
L'importanza del gioco appare quindi fondamentale, specialmente per i bambini più piccoli.
E come dice Michel Eyquem de Montaigne, filosofo, scrittore e politico francese:
"I giochi dei bimbi non sono giochi, bisogna considerarle come le loro azioni più serie."

sabato 1 novembre 2008

..Mi presento..

Ciao a tutti! Mi chiamo Chiara. Mi sono iscritta alla facoltà di scienze dell'educazione e della formazione con l'idea di scegliere l'anno prossimo l'indirizzo relativo alla prima infanzia.
E' la prima volta che creo un blog e ho deciso di utilizzare questo per parlare della mia passione..ovvero i bambini! Questo è però un argomento molto ampio, quindi cercherò di concentrarmi maggiormente sulle attività che i bimbi svolgono negli asili nido; in modo particolare il gioco e il disegno come attività educative.